di Michele Castrini – da Giardini n. 280
La potatura verde: la potatura della bella stagione
Per potatura verde si intende la potatura che si effettua quando le piante, durante la bella stagione, hanno già sviluppato la nuova vegetazione (e si presentano dunque fogliate e “verdi”). Questo tipo di potatura differisce per scopo e metodi dalla potatura bruna, da effettuarsi in uscita dall’inverno, con la pianta ancora “nuda”. Anche nel caso delle rose, è bene avere in mente i differenti scopi di questi due tipi di potatura. L’obiettivo della potatura verde sarà quello di ottenere una pronta e generosa rifiorenza dell’arbusto, garantendone al contempo sanità e prosperità.
Le rose sono arbusti che rispondono con grande generosità alle potature: più severa è la potatura, maggiore è la risposta della pianta in termini di produzione di nuova vegetazione. Questo forte “carattere” rende la cura della rosa un’attività di grande soddisfazione per l’amante del giardinaggio. Con poche accortezze, ognuno di noi può potare le rose ed osservarne con grande soddisfazione i risultati.
In questo articolo tratteremo esclusivamente la potatura della bella stagione, volta ad ottenere fioriture ripetute e fiori esteticamente migliori, arbusti sani e soddisfazione dal nostro fare.
I tipi di rosa e la loro potatura
Prima di entrare nello specifico delle operazioni da compiere, soffermiamoci un attimo a considerare il tipo di rosa che andremo a potare. Le rose sono un genere vastissimo, comprendente ormai un numero infinito di ibridi, ottenuti da specie e varietà con portamenti, dimensioni e vigoria molto diverse tra loro. Le rose maggiormente presenti nei nostri giardini sono denominate convenzionalmente “grandi fiori”: solitamente ibridi ottenuti con l’obiettivo di produrre fiori di buone dimensioni (che siano a coppa o di forma turbinata). Questi arbusti hanno una struttura abbastanza legnosa, composta da limitati rami eretti, sormontati da fiori singoli o portati in gruppi ridotti (da tre a cinque solitamente). Un’altra grande categoria sono le rose conosciute come paesaggistiche o cespugliose. Arbusti caratterizzati da fogliame minuto e folto, su cui fioriscono con buona continuità miriadi di fiori di dimensioni non particolarmente rilevanti, portati in mazzetti. Infine, altro macro gruppo convenzionale, abbiamo le rose rampicanti, che possono essere a loro volta ibridi a fiore grande o con fiori a mazzetti. Senza per il momento affrontare l’ulteriore insieme delle rose non rifiorenti, limitiamoci a comprendere bene un concetto di fondo, che dovremo tenere bene a mente nella potatura delle rose in generale. Le rose che presentano molta vegetazione e buona produzione di fiori sono quelle necessitano di minori potature. Può sembrare un controsenso ma è esattamente così: mentre le rose grandi fiori, che presentano una vegetazione e un numero di fiori ridotto, vanno potate con maggiore continuità nella bella stagione, le loro “cugine minori” (parliamo solo del gradimento presso gli appassionati ovviamente, perché quanto a carattere le rose paesaggistiche e cespugliose in genere sanno sicuramente il fatto loro!) possono essere lasciate a loro stesse, o possono essere potate effettuando una leggera tolettatura superficiale del cespuglio, volto a eliminare i fiori sfioriti e una piccola parte delle propaggini più esterne.
Forbici alla mano!
Partiamo perciò dalla potatura delle rose grandi fiore, le classiche regine dei fiori. Questo tipo di rose produce fiori pregevoli per essere recisi e comporre bouquet. La loro potatura verde avrà come primo obiettivo (per la pianta e per il nostro personale godimento) quello di una pronta rifiorenza. Notoriamente, questo scopo è perseguito eliminando i fiori in procinto di fiorire (recidendoli “freschi” per i bouquet) o appena sfioriti. Questa azione stimola la pianta a produrre nuovi fiori. Inoltre viene accelerato un ciclo (fioritura, sfioritura e nuova fioritura) che la pianta “esegue” in autonomia, ma più lentamente. Il fiore viene reciso tagliandolo lungo il ramo che lo porta. Sono tante le regole che si conoscono sull’argomento, spesso vere e proprie indicazioni di carattere matematico (“Tagliare al primo ramo con cinque foglie”, “Al terzo palchetto di foglie…”). Limitiamoci a una considerazione che da sola potrà orientare consapevolmente le nostre forbici. Rispetto al ramo che porta il nostro fiore, più tagliamo vicino al fiore che andremo a recidere (nella parte più alta del ramo stesso), più sarà pronta la rifiorenza, ma minori saranno le dimensioni del fiore. Viceversa, tagliando più in basso avremo una nuova produzione florale di buone dimensioni, ma più lontana nel tempo. Dunque che fare? La teoria del giusto mezzo ci viene in soccorso: tagliando a metà del ramo che porta il fiore avremo dimensioni accettabili dei nuovi fiori senza dover aspettare troppo, con buona pace dei giardinieri-matematici.
L’altro obiettivo della potatura verde è la sanità delle piante. Come purtroppo avremo notato tutti, le rose, oltre a deliziare giardinieri ed appassionati, sono predilette da una pletora di malattie fungine ed insetti. Sebbene nessuno di questi “ospiti” arrechi danni considerevoli alle piante, restano per noi tutti un corollario non proprio gradito di questi arbusti. Anche qui, senza addentrarci troppo nell’argomento, ci basti sapere che la condizione migliore per la proliferazione di funghi ed insetti è la scarsa circolazione di aria tra le fronde della pianta. Quindi, “alleggerire” la vegetazione dei cespugli o dei rampicanti, eliminando parte della loro vegetazione, è un modo per mantenere le rose più sane. A questo proposito, aggiungiamo un’ulteriore indicazione su dove usare le forbici. Tenendo presente che il ramo che porta il fiore va tagliato sopra una delle ascelle fogliari, consigliamo di farlo sopra uno dei tanti “occhi” (o gemme) che guardano verso l’esterno della pianta. Il nuovo rametto che si svilupperà da questo occhio si orienterà verso l’esterno dell’arbusto, evitando di intrecciarsi ad altri rametti o creando zone troppo frondose, ottimo riparo dai predatori per i parassiti e habitat ideale per lo sviluppo delle malattie fungine.
La potatura verde delle rose rampicanti
Le rose rampicanti hanno una struttura che, semplificando, possiamo considerare come formata da due tipi di rami: primari e secondari. I rami primari sono l’architettura della nostra rosa. Sono i rami più forti, che solitamente partono dal fondo della pianta. I secondari sono i rami più piccoli di sezione, che si dipartono dai rami primari. Questi rametti sono quelli che portano i fiori. Dunque, per i principi spiegati, tagliando a metà i rametti (secondari) che portano i fiori, potremo contare su una produzione florale più pronta e una pianta tolettata e sana. Questa operazione è particolarmente importante sulle rose rampicanti grandi fiori, meno necessaria su quelle che presentano fiori a mazzetti, dotate di solito di vigoria e rifiorenza maggiori.
La potatura verde delle rose paesaggistiche
Rose vigorose, fiorifere e particolarmente resistenti alle malattie fungine, queste rose hanno tra le loro tante qualità anche la cosiddetta “autopulenza”. I fiori, una vota aperti, sfioriscono velocemente e la pianta si presenta quindi naturalmente “pulita” e di pronta rifiorenza. Nondimeno, potando i fiori appassiti e magari accorciando i rami che prendono troppo il sopravvento sulla chioma, anche queste rose traggono beneficio da una pulitura delle propaggini più esterne della chioma.
La potatura verde delle rose non rifiorenti
E se la nostra rosa non è rifiorente? Rampicante o a cespuglio, chi ha in giardino una di queste rose, sa bene come l’unica fioritura di queste piante è uno spettacolo di abbondanza e magnificenza. La prolificità di queste rose è nota, come la loro capacità di fiorire ogni primavera anche quando potate poco o non potate affatto durante l’anno. La potatura verde di questo tipo di rose preparerà comunque la nostra pianta per tempo alla fioritura dell’anno successivo, mettendo al riparo da una potatura bruna troppo severa (o effettuata troppo tardi in uscita dall’inverno) anche l’appassionato meno esperto. Queste rose fioriscono infatti sui rami prodotti l’anno prima. Una potatura dello sfiorito durante la bella stagione, più o meno decisa, permetterà alla pianta di avere tutto il tempo di vegetare e rinnovarsi.
Per finire…
Non dimentichiamoci che la continua produzione florale (stimolata dalla potatura verde) richiede alle nostre rose risorse aggiuntive. Una concimazione mista organica e minerale risulterà di aiuto nella bella stagione, magari accompagnata da generose bagnature. Una produzione florale minore è il normale risultato dell’ottimizzazione delle risorse disponibili da parte della pianta: non aspettiamoci risultati sorprendenti dal solo utilizzo delle forbici. A tal proposito, è bene ricordare come le alte temperature estive rallentino la rifiorenza delle rose. Un ultimo consiglio riguarda quindi la potatura verde da effettuarsi a fine agosto, quando le temperature cominciano a scendere e le piogge decretano la fine della fase più torrida dell’estate. Se poteremo in maniera più accentuata i nostri arbusti e li concimeremo nuovamente in questo periodo, avremo un autunno di generose fioriture, che chiuderanno in bellezza la stagione fiorita delle nostre amate.
Michele Castrini
Vivaio La rosa del Borghetto
info@larosadelborghetto.it