Quando la manifattura Richard si fuse con quella Ginori nel 1896 per creare una delle realtà manifatturiere più prestigiose d’Italia, i proprietari decisero di affidare la direzione artistica della nuova azienda al pittore milanese Luigi Tazzini, di 34 anni, con il compito specifico di creare uno nuovo “stile” per i loro prodotti.
Tazzini, di ritorno dall’esposizione universale di Parigi del 1900, non ebbe esitazioni nel proporre all’azienda lo stile Art Nouveau, che imperava in Europa in quegli anni, e presto si formò sotto la sua guida un gruppo di abilissimi, anche se giovanissimi, pittori, perlopiù di origine locale, che vennero poi conosciuto come “I Fioristi”.
Di fianco alla produzione industriale di base si venne a creare così una nuova produzione elitaria che si potrebbe definire “artigianato d’arte”.
Gli splendidi pezzi dipinti tutti a mano e mai riprodotti – ogni opera è un pezzo unico come un quadro dipinto sulla porcellana – vibrano con pennellate artistiche più sciolte e sensuali grazie alla tecnica del pennello “a punto quadrato”, inventato da questo giovane gruppo di artisti-artigiani.
L’azienda, con uno slancio particolarmente perspicace per i tempi, permise perfino agli artisti di frequentare il giardino privato di Carlo Ginori sopra Colonnata, durante gli orari di lavoro, per cercare ispirazione per i motivi floreali tipici di questo stile. Le magnifiche rose che vediamo qui riprodotte sono molto probabilmente state colte da qui.
Questo gruppo di giovani artisti, molti dei quali entrarono a lavorare a soli 15 anni, dipinsero un’elegante e innovativa produzione, che venne realizzata nei vent’anni fra il 1900 e la fine della prima guerra mondiale. Pezzi non destinati certo alla “grande distribuzione” come si direbbe oggi, ma che vennero venduti solo nei negozi Ginori, oppure presso le gioiellerie. Ogni pezzo era presentato e venduto come un’opera unica, come un gioiello.
Forse è per l’esiguo numero di pezzi prodotti da questi straordinari giovani che il loro contributo alla creazione del concetto vincente del “made in Italy” è ancora oggi poco conosciuto e studiato dagli esperti. Sicuramente hanno avuto un ruolo importante nel formare quella prestigiosa immagine di grande stile, che fece crescere la fortuna della casa Ginori in modo di renderla competitiva con Limoges e le altre grandi case europee di porcellana.