“A tavola con Il Perugino” è un “raccontare la storia nel piatto” che, in questo periodo, si dipana con le novità legate alle materie prime e alle usanze, tra lavori ad uso di cuochi di corte che codificano in volgare ricette intriganti dove emergono tratti significativi: il gusto per i piatti fittizi di apparato e a sorpresa, il piacere di organizzare il banchetto in forma spettacolare dove dominano forme e colori. Modi di vivere del ‘500, le novità che il Nuovo Mondo porta sulla mensa e, grazie alla sapiente conoscenza delle erbe e dei fiori, la nascita di ricette o intrise di spezie (persino sedici in un’unica preparazione) come status symbol di agiatezza e potere, o inzuppate di agresto o addolcite con acqua di rose, con il miele o con il costoso “sale dolce” come veniva chiamato lo zucchero.
Sarà una amicale chiacchierata con quei produttori di alimenti che in quegli anni arricchivano le tavole: il miele, dall’antichità unico espediente a dolcificare creazioni culinarie e che sarà creato proprio per i “Giorni delle rose”, e una nuova gelatina alle rose che riporta alla mente i primi tentativi di “gelificare” creati da studi sulle proprietà di piante e vegetali. Un periodo di vivaci fermenti, ricco di nuove intuizioni a ricordare anche i 500 anni della morte di Pietro Vannucci, il Perugino, e il luogo dove questa avvenne e dove si trova la sua tomba: il paese di Fontignano dove morì di peste nel 1523 mentre affrescava, su commissione, un Presepe per la Chiesa dell’Annunziata, opera che si trova oggi all’Albert Museum di Londra. E allestendo materialmente un menù storico collegato a queste realtà sono nate alcune antiche-nuove ricette…
Marilena Moretti Badolato