Cerimonia inaugurale, Venerdì 26 maggio, ore 10,30
Intervista di Aureliana del Commoda
1)
AdC: Qualche domanda anche a te Luigi, che canterai a I giorni delle rose, venerdì 26 maggio, canzoni della tradizione popolare giapponese. Raccontami l’origine del tuo nome italiano Luigi.
LO: Volentieri, è un fatto di famiglia. I miei genitori vennero in Italia per apprendere l’arte della cucina e vi rimasero dal 1978 al 1982, girando l’Italia da Nord a Sud, individuando buoni ristoranti dove si presentavano per offrire la loro attività lavorativa allo scopo di conoscerne i segreti della cucina . Non hanno frequentato scuole di cucina ma hanno imparato sul campo ,così come anche hanno appreso la lingua. La mamma parla molto bene italiano, il papà di meno, però conosce tante parole. Comunque nel loro girovagare per cucine di ristoranti conobbero un sacerdote tanto gentile, Don Luigi, che li aiutò molto, una persona con loro disponibile e benefica, per cui i miei gli furono molto grati. Così quando tornarono in Giappone e il 5 gennaio 1992 nacqui io, ricordandosi di Don Luigi con gratitudine, scelsero per me il suo nome.
2)
AdC: Che bella storia! Parlami di te, dove sei nato, dei tuoi studi e dei tuoi interessi.
LO: Sono nato a Yamanashi, da casa mia vedo il monte Fuji. A cinque anni ho iniziato a studiare il piano e a undici il canto lirico. Infatti sono in Italia per imparare la lirica, sono tenore. Comunque, in Giappone crescendo ho fatto il meccanico; mi piacciono i motori, le gomme, insomma le macchine mi affascinano e mentre facevo il meccanico avevo una seconda attività :cantavo alle feste, ai matrimoni. Poi però il Covid ha interrotto bruscamente tutto ciò e ho deciso di venire in Italia per studiare la lingua italiana e il canto lirico e vivere per un periodo qui, come avevano fatto i miei genitori da giovani.
3)
AdC: Sai, Luigi, che il tuo racconto familiare è molto carino ! I tuoi genitori cosa fanno ?
LO: Ora gestiscono il loro ristorante a Yamanashi che si chiama “Milo”, come la Venere di Milo.
4)
AdC: Progetti a breve termine?
LO: Continuo a frequentare l’Università per Stranieri per migliorare la conoscenza dell’italiano, poi da settembre (2023) vorrei iscrivermi al Conservatorio di Musica “Morlacchi” per seguire un corso di canto tenorile.
5)
AdC: I due motivi che canterai a Spello a “ I giorni delle Rose” di cosa parlano, di che periodo sono e in quale ambito temporale si collocano ?
LO: Sono riferiti alla primavera. “Koinobori” è una canzone popolare famosa del 1932 su testo di Miyako Kondo, mentre il compositore è sconosciuto e si riferisce al fatto che il 5 maggio è festa nazionale in Giappone, Kodomo no hi (giornata dei bambini). In quel giorno si celebra la salute e la felicità dei bambini. Fino al 1948 si chiamava Tango no Sekku (per ragazzi onorati) e sebbene ora comprenda tutti, bambini e bambine, in molti la considerano ancora una festa per ragazzi. D’altra parte il 3 marzo è il giorno per celebrare le ragazze “Hinamatsuri”. Il 5 maggio si fanno grandi carpe di stoffa o di carta, dipinte a colori vivaci che issate su delle aste di bambù sul tetto, ondeggiano al vento e sembra che nuotino in acqua, rappresentando energia fisica e spirituale, quindi un augurio di crescita e successo sociale, rivolto ai maschi.
AdC: Quindi sono degli aquiloni a forma di carpa?
LO: Sì. Le carpe sono la rappresentazione della famiglia al maschile. Questa tradizione è rimasta soprattutto nelle campagne o piccole città dove è possibile issare le canne sui tetti bassi quindi vederle. La carpa con la sua capacità di risalire i torrenti e le cascate è considerata un pesce molto virtuoso. I versi sono questi: “Più in alto dei tetti ci sono i koinobori. / La grande carpa è il padre. / Le carpe più piccole sono i bambini. / Sembrano divertirsi a nuotare”.
6)
AdC: Di cosa parla il testo di Oborozuki, che canterai a “I giorni delle rose” ?
LO: In inglese “Dark moon night”! Canzone composta da Teiichi Okano su testo di Tatsuyuki Takano, per celebrare il paesaggio giapponese. Nel 1914 la canzone fu pubblicata anche su ”Canzoni per le scuole elementari” per insegnarla nel sistema scolastico nipponico e ancora adesso si canta nelle scuole primarie. E’ una canzone liricamente sentimentale.
AdC: Come è il testo?
LO: “Il sole della sera tramonta in un campo di senape. / Quando guardo i crinali delle montagne, sono velati da una fitta nebbia. / Sento la brezza primaverile e alzo gli occhi al cielo. / Poi la luna della sera si alza alta e si colora dolcemente. / Le lampade di un villaggio, il verde della foresta, persone che corrono in un sentiero tra le risaie, gracidare di una rana e il suono di una campana nel tempio, tutto è avvolto nella nebbia in una nebbiosa notte di luna”.